Le tue dita
Mi sfiorano nella notte.
Buio, caldo, umidità.
Io non sono dove sono,
Sono dove sei.
Magico trasporto d’amore
Che annulla spazi
E vola oltre il sogno
_Laddove non ha osato nessuno_
Pazzia che fa fremere,
Gemiti sottovoce,
Desiderio che sfinisce.
Il mio corpo ti anela,
Il tuo odore è ora mio.
E non esiste più spazio
(Ci siamo dentro)
Unisona danza,
Viaggio di carne e anima
In un impossibile
Che abbiamo reso realtà.
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Può farsi notte
Mi rifugio
Umida di te
Nell’incavo
Del tuo corpo
_Piccola_
Tra le tue braccia
Che sono casa.
Qui tutto conosco
Nulla temo.
Odo ancora l’eco
Delle nostre grida,
Un leggero dolore
Di ancestrale possesso,
Un irripetibile _ferale_ odore.
E’ nell’aria
Il racconto di noi.
A suggello un bacio.
Sì, ora
Può farsi notte.
Verrà l’alba
Notte nei pensieri tuoi
La notte
Non dormo
In questo piccolo letto
Troppo conosciuto
Passeggio nei sogni tuoi
Ubriaca di Colori
Fiori, profumi, musiche
Fantasie
Peccati e tenerezze.
La notte
Non sa più d’essere notte
Se non indosso la pelle tua
Non si avvicina piú
Morfeo
Se non ti vede a me accanto
Lasciandomi
Al mio estasiato viaggio
Dentro te.
Immagini create da me #9: “Alberi”
Questa è la notte
Ti regalo
Stasera ti regalo questa luna piena, immensa e bianca, laggiù ad est, laddove il mattino sorge il sole.
Sembra accarezzare la terra, suadente, malinconica e dolce, come solo una creatura della notte può
essere.
Ti regalo questa visione che si riflette nei miei occhi.
Ti regalo questa notte luminosa che ci vedrà lontani ma legati da uno stesso pensiero.
Ti regalo il profumo dell’aria che sa ormai d’inverno e lo scintillio delle stelle che custodiscono il segreto dei nostri sogni.
Ti regalo il brivido che percorre la mia schiena.
Forse è il freddo…
Forse sei Tu…
Lucia
La notte più bella della mia vita
Stella Cara
Sono entrata in ospedale una domenica di primo pomeriggio e il giorno dopo, con un cesareo programmato, saresti nata tu.
Era il 6 giugno 2010 e quella notte fra il 6 e il 7 giugno 2010, in ospedale, era una notte calda, proprio calda, piena di zanzare, sono stata collocata in una stanza di ”fortuna”, normalmente adibita a day hospital, perché nel reparto di ostetricia non c’era neanche un posto, una stanza senza neppure un bagno interno; altre tre donne nella mia camera, avrebbero partorito, naturalmente, nel corso della notte.
C’erano loro, i loro piccoli appena nati, i loro mariti e c’eravamo Io e Te, Sole.
Il mattino mi aspettava il cesareo, con anestesia generale, non avrei potuto vederti subito, e la cosa mi faceva soffrire, anche perché non ci sarebbe stato lo sguardo emozionato di un papà a vederti ed accoglierti in questo mondo, in vece mia.
Sole, Io e Te.
Eppure…è stata la notte più bella della mia vita,una magia irripetibile. Stella, tu, dentro di me, non stavi ferma un attimo e io, con la mano appoggiata sul pancione, a parlarti, a dirti ”fra poco ci vediamo,Tata, fra poco ci vediamo…”
Eravamo ancora una cosa sola, ed eravamo un Mondo…
La notte della mia vita l’ho condivisa solo con Te, ma, Amore mio, che notte!!!
Spero di trovare le parole, un giorno, per raccontartela…O magari basteranno queste.
La tua mamma
Questa canzone, fin da subito, fin da quando ancora non sapevo se avrei proseguito la gravidanza, e, poi, lungo tutti i nove mesi di essa, è stata la nostra colonna sonora. Infinite volte sentita:
“Eppure sentire” Elisa
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