Mi sei mancata mamma, mi sei mancata quando piccola, nella notte, sola nel mio lettino, ero turbata da strane buie paure, paura di morire, paura che tu e papà moriste, e mi stringevo forte alla mia boule calduccia, ma il caldo non bastava ed allora svitavo un poco il tappo e lasciavo che l’acqua bagnasse tutto, pian piano, per poi poterti chiamare.Ti dicevo che si era svitato da solo, tu non dicevi nulla, ma eri lì ed io avevo meno paura.
Mi sei mancata mamma, quando non riuscivi mai ad accarezzarmi, abbracciarmi, farmi sentire un calore che non capivo non eri in grado di emanare.
Mi sei mancata mamma, mentre papà in preda ai fumi dell’alcol mi gridava contro, gridava contro di te ed io urlavo contro di lui mentre tu tacevi. Io, ragazzina, difendevo entrambe dalle sue immotivate urla.
Mi sei mancata mamma quando quindicenne, mi hai spinta ad un’estate in Germania per migliorare il mio tedesco, e son rimasta più di un mese in una famiglia italiana, con un uomo costantemente ubriaco, e tu mi telefonavi solo una volta a settimana
Mi sei mancata mamma, mentre precipitavo nell’anoressia e tu non hai capito che il male era il nostro mancato rapporto, l’amore che non sapevi dimostrare, il freddo da cui mi sentivo avvolta. E avevo messo in atto una disperata richiesta d’attenzione.
Mi sei mancata mamma, quando, intrisa dai tuoi tabù, hai avversato come qualcosa di sporco i miei primi amori adolescenziali, così semplici, così veri e tu mi bollavi a 17 anni come “sgualdrina”.
Mi sei mancata mamma, quando alla ricerca di amore ho sbagliato tutto, cercandolo dove non poteva essere e tu hai solo saputo dirmi che “camminavo nel fango”.
Mi sei mancata mamma, quando ormai, seppur ventenne, mi lasciavi a casa con papà, in preda ad una angoscia terribile e profondamente a disagio, mentre tu facevi gite in vari posti d’Europa e io non sapevo come resistere quei 7 o 10 o 15 giorni.
Mi sei mancata mamma, quando, incinta e sola, a te per ultima l’ ho detto, perché uno dei miei timori più grandi, mettendo al mondo la mia creatura, era che subisse la tua influenza, pesante come un giogo.
Mi sei mancata sempre mamma, la tua forza granitica mi ha protetto dalle intemperie più forti, il tuo gelido rifugio mi ha accolta, ma quante volte avrei preferito ballare con te sotto la tempesta, che stare all’asciutto di fronte a un fuoco spento.
Hai più di 70 anni, mamma, sei ancora qui, quando provo ad abbracciarti, sempre più di rado ormai, e tu sfuggi dopo pochi secondi, il mio cuore ancora si incrina.
Mi manchi sempre più e spero di saperti perdonare, di riuscire ad accettare ciò che sei stata e sei, di far pesare di più nei ricordi ciò che di buono c’è stato o, forse, a rassegnarmi, fino a che il tempo ancora lo concede.
Tua figlia,
Lucia
Lucia, che testimonianza triste e drammatica descrivi. Però sono sicuro che saprai perdonare perchè sei una persona profodamente buona e sensibile.Ti abbraccio e ti penso, un bacio
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Io invece non ne sono sicura Enrico, non lo so.Buona domenica a te. 😊
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Come commentare ….?
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Eh…come vuoi
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Ti stringo ogni giorno di più…
ciao tesorina♥★
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(((❤)))
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♥!!!
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Mi hai fatto piangere….la tua solitudine l’ho sentita mia, e perdonare non credo sia così facile come si dice. Anche una madre.
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Purtroppo no, anche se farebbe bene, in primis, a me.
Ma ancora non riesco, e chissà se riusciro’ a far pesare di più il buono che c’é stato del dolore che ho provato e che provo.
Non era facile fare da madre a me, lo riconosco…Eppure…io penso che dopo la perdita di un figlio il dolore piu’ grande sia perdererne l amore.
Spero non mi succeda mai.
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Come potrebbe succederti una cosa simile? E’ vero che la vita è un imprevisto continuo, ma la tua esperienza e l’amore che dimostri non può che creare altro amore.
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Grazie.Lo spero tanto…❤
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