Rubami
il corto respiro che mi resta,
dopo ore a gridarti
il desiderio di te.
Non cessa il sussulto
di furente piacere,
nemmeno ora che hai ripreso,
dal mio dentro,
ogni parte di te.
Tremo, madida,
al solo tuo sfiorarmi,
ma cerco, ancora,
e ancora,
almeno un bacio.
Almeno uno, Amore.
Disseta questa terribile sete,
con le tue umide labbra che san di me,
d’ogni mio angolo perlustrato.
Sento, profondo,
il dolente bruciore
dell’impietosa avidità
del tuo prendermi.
Ne godo, ancora,
e, pur domani,
serreró le cosce
a risentire il ricordo
del nostro attrito.
Sarà poi requie,
fino a che riavremo brama
di cibarci di noi.
Lucia Lorenzon, 6 febbraio 2020
Appassionante, passionale e sensuale ecco in pillole il senso della tua poesia
“Disseta questa terribile sete,
con le tue umide labbra che san di me,
d’ogni mio angolo perlustrato.”
Un abbraccio
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Grazie Gian Paolo, non so mai se rischio di finire nel volgare.Son contenta che evidentemente non lo pensi.
Abbraccio a te e buona serata.
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Il confine è lieve e impalpabile ma senza ostentazione non si è mai volgari.
Un abbraccio serale
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Grazie 🤗
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un sorriso, Lucia
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Passionalmente sensuale…ma con un rapimento che è anche amore. Con la A maiuscola.
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