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MARGHERITA

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Immagine da web

Margherita cara,

In un tempo tanto tecnologizzato è un regalo immenso ricevere le tue lettere.
Annuso la carta a cercare tracce di te, profumo di quelle tue mani affusolate, da pianista, che amavo tanto guardare, e sentire su di me. Bianche, eleganti, magiche…una Fata deve avere mani così.
La tua grafia, così familiare, posso riconoscere il tuo stato d’animo ormai, vedere dalla linetta della “t” appoggiata o staccata dalla stanghetta se scrivi di fretta, sovrappensiero, dai puntini che mancano o presenziamo sopra le “i”, se sei inquieta o rilassata.
Sono sette anni che mi scrivi, ho uno scatolone di tue lettere qui, cerco di proteggerlo dall’umidità di questa piccola stanza, le riordino, le rileggo, le metto a gruppi, le lego con uno spago, poi le scompongo, e ricomincio da capo
Vivo di te Margherita.
Vivo di te cui ho fatto male.
Vivo di te che volevi cancellarmi dalla tua vita e invece hai scelto di mantenere questo filo, niente telefono, mail, foto…solo la tua amata grafia.
Non ho niente di più caro qui.
Immagino la vita che mi descrivi, i tuoi figli, il tuo amato mare, l’uomo che hai accanto.
Tutto ciò che avrei voluto con te.
E l’ ho sporcato, rotto, irreparabilmente.
Pago la mia pena guardando i giorni scorrere oltre questa finestra a sbarre, finirà tra qualche anno, ma la pena più grande, più dolorosa e più giusta, lo so, è non averti più.
Nessuno mi ha amato come te, nessuno lo farà mai più.
So che in ogni tua missiva riconfermi,silenziosamente, quell’ amore che io ti ho impedito di continuare ad esprimere nella vita reale, che avevamo sognato insieme.
Grazie per questo regalo che mi tiene in vita.
Carezza, come sempre, i tuoi bambini che non sono diventati i “nostri”. Chissà come, e se, gli avrai spiegato di noi.
Un bacio lieve sulle tue care mani.
Perdonami Margherita.
Perdonami.

Tuo R.
Riccardo Cocciante “Margherita

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